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teologia
Il Presepe si regge anche (se è nato) a Nazareth Non v'è dubbio che Gesù sia nato a Nazareth; la nascita a Betlemme (il racconto “tranquillo” di Luca va in rotta di collisione con quello drammatico di Matteo, per cui non sono armonizzabili) è una creazione letteraria per suffragare la sua messianicità davidica potente (peraltro rifiutata da Gesù), quindi un'invenzione storicamente leggendaria, seppur ricca di simbolismi. >> Leggi.....
Facciamo una civiltà dell’ascolto Conosciamo Dio nella relazione, non nell’essenza. Se è da intendere alla lettera che «noi siamo soli», come ho sentito qui, Dio non c’è per noi, né in una immagine né nell’altra, tanto meno con una presenza. Non ci sarebbe nulla da cui andare “post”. >> Leggi.....
Anche Maradona era «dios»! È uscito dall'editore Gabrielli il libro Quale Dio? Quale Cristianesimo?, che raccoglie gli atti del convegno del 2 aprile 2022 sul movimento post-teistico. Contiene anche l’intervento di Enrico Peyretti, un po' dissonante e critico rispetto ad altri, che pubblichiamo in due puntate. >> Leggi.....
Un frammento di pietra di un glorioso cenobio Pur in una scelta del tutto arbitraria, s’è tentato di dar conto della finezza narrativa di un autore troppo poco conosciuto e ancor meno compreso, originale per la via intrapresa che ancor oggi ha trovato pochi adepti. >> Leggi.....
Dire Dio nelle storie (mancine) di uomini «Il paradiso, come la terra, non è fatto solo di militanti politici, ma anche di mercanti, poeti, pescatori e massaie, tornitori, sindacalisti e mimi, prostitute e peccatori di ogni genere, e, perché no, di monaci, vescovi e, buoni ultimi, quasi nel limbo, di laici ‘non qualificati’ né qualificabili, per i troppi e troppo superficiali impegni tenuti insieme nella loro vita sbiadita e confusa» (Quale Dio? p. 249). >> Leggi.....
La parola del dramma e del sublime Seguendo quel filone inaugurato dalla celeberrima sentenza di Theodor W. Adorno sull’impossibilità di scrivere poesia dopo Auschwitz, Bodrato sostiene come tale ostacolo ricada piuttosto sulle indagini filosofiche e teologiche, rivelatesi entrambe inadeguate di fronte all’esperienza del male: «proprio dal dialogo con la fatica letteraria deve ripartire il pensiero riflessivo per cercare di dare forza e incisività alle proprie domande e alle proprie risposte. >> Leggi.....
Il narrare teologico, opera notturna di lotta (e benedizione) «Il suo oggetto [quello della teologia narrativa] non è tanto Dio che si rivela, quanto l’uomo che risponde alla chiamata di Dio. >> Leggi.....
La natura narrativa della parola di fede «Il racconto ha generato l’ebraismo e il cristianesimo: ha insegnato a fare domande e le domande hanno generato altri racconti. >> Leggi.....
Chi vive muore e la sua vita, con la vita di altri, si completa Nei mesi di novembre e di dicembre ho pubblicato due articoli sulla necessità di riproporre alla comune attenzione il tema antico e intramontabile del binomio vita- morte (il foglio 466 e 467). Per ragioni diverse, in primis l’estrema delicatezza e difficoltà dell’argomento, ho tenuto in sospeso la conclusione. Mi è stato chiesto di affrettarla. Questo l’esito temporaneo e periclitante. >> Leggi.....
Al centro della Croce sta l’Ombelico di Dio Non penso sia per noi possibile riflettere seriamente sull’intrinseca relazione tra vita e morte, che caratterizza la nostra esistenza (foglio 466), prescindendo dalla contemplazione del corpo nudo e tumefatto del Crocefisso, da alcuni considerato «la più alta manifestazione della presenza di Dio in terra», da altri «l’uomo dei dolori». >> Leggi..... Pagina: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Prossima |
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